Amianto

Il termine comprende un gruppo di minerali naturali - silicati di magnesio, con calcio, ferro e sodio, caratterizzati da una struttura cristallina e abito fibroso.

Le varietà più comuni di amianto sono sei, distinte in due gruppi mineralogici:

A) SERPENTINO: CRISOTILO (amianto bianco) (rappresenta circa il 98% dell'amianto mondiale estratto)

B) ANFIBOLO: CROCIDOLITE (amianto blu).

 

L'AMIANTO ha un'elevata fibrosita', cioè si separa in fibre molto sottili e resistenti;

è stato utilizzato, a basso costo di lavorazione, come materiale:

* INCOMBUSTIBILE (resistente al fuoco)

* TERMOISOLANTE (resistente al calore)

* RESISTENTE AL TRATTAMENTO CON AGGRESSIVI CHIMICI (acidi)

* RESISTENTE ALLA TRAZIONE

* MOLTO FLESSIBILE

* BUON LEGANTE

* FACILMENTE FILABILE (adatto per nastri, fettucce, tessuti)

* FONOASSORBENTE e FONOISOLANTE (per isolare dal rumore).

 

A livello industriale l'amianto è stato utilizzato come materia prima per produrre manufatti e oggetti.

LA MAGGIOR DIFFUSIONE DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO SI E' AVUTA NEGLI ULTIMI DECENNI DEL '900 . La produzione è vietata dall'anno 1994 .

 

Impieghi dell'Amianto:

IN EDILIZIA:

Costruzioni, coibentazioni

Demolizioni, decoibentazioni

Strutture in cemento amianto ( lastre piane e ondulate)

Strutture metalliche spruzzate o intonacate con materiali a base di amianto

Strutture prefabbricate (mense, alloggi, ecc.)

Cartoni di amianto

Pavimentazioni ( mattonelle in vinil-amianto)

Pannelli fonoassorbenti, ignifughi.

 

NEGLI IMPIANTI E NEI MACCHINARI:

( di utilizzazione industriale, artigianale, commerciale; in ambienti di vita )

Pannelli, rivestimenti per caldaie, caloriferi; casseforti; cabine cinematografiche; lavaggio a secco; forni inceneritori, torri di distillazione.

Tubazioni per fognature, impianti chimici, acquedotti, per irrigazione, drenaggio piogge

Serbatoi e cassoni per deposito acqua

Condotte di aerazione

Filtri, tamponi filtranti ( in chimica, fisica, per industrie alimentari, in enologia, maschere antigas)

Additivo rinforzante delle materie plastiche

Involucri per apparecchiature e condutture per linee elettriche

Centrali termiche e termoelettriche

Impianti frigoriferi, impianti di condizionamento

Apparecchiature per industria vetraria

 

NEI MEZZI DI TRASPORTO:

( navale, ferroviario, tranviario, aereo, automobilistico)

Ferodi per freni

Dischi per frizione

Giunti e involucri protetti per motori

Guarnizioni a tenuta

Rivestimenti coibentanti e/o antincendio (treni, imbarcazioni, autobus)

Vernici e mastici "antirombo"

Schermi parafiamma

Strato di fondo carrozzerie

 

ALTRI SETTORI DI IMPIEGO:

Vestiario protettivo antincendio (per industria metallurgica, VV.FF., competizioni automobilistiche)

Vani ascensori e guarnizioni

Elettrodomestici

 

Effetti nocivi per la salute umane

I manufatti in amianto non sono pericolosi per il semplice fatto di contenere amianto, ma soltanto quando siano in grado di rilasciare, nell'ambiente circostante, fibre aerodisperse che possano essere respirate.

L'AMIANTO COMPATTO, non deteriorato, si presenta come materiale duro e le sue fibre sono fortemente legate tra loro: non deve essere sbriciolato o ridotto in polvere con attrezzi meccanici, come dischi abrasivi, trapani, frese, martelli, ecc.

L'AMIANTO FRIABILE è un materiale facilmente sbriciolabile o riducibile in polvere, con la semplice pressione delle dita o con un lieve strofinio.

 

I materiali friabili possono facilmente liberare fibre di amianto, per la scarsa coesione interna, se sottoposti a sollecitazioni meccaniche esterne (pressione manuale, urti, correnti d'aria, infiltrazioni d'acqua, vibrazioni, ecc.) e nel corso di interventi di manutenzione.

Dalla frammentazione del materiale contenente amianto si liberano le fibre, estremamente sottili e resistenti, che mantengono le loro proprietà chimico-fisiche, con conseguente pericolosità per l'uomo.

Il diametro sempre minore delle fibre libere di amianto permette una lunga permanenza in sospensione nell'aria ed una maggiore disponibilità ad essere inalate attraverso la respirazione.

Le polveri e fibre di amianto inalate determinano danni gravi, spesso irreversibili, principalmente a carico delle vie respiratorie, nelle quali si possono depositare in modo variabile, secondo il tempo di esposizione, il comportamento aerodinamico e la respirabilità: asbestosi, placche e versamenti pleurici, cancro polmonare, mesotelioma pleurico o peritoneale.

L'organismo reagisce alla penetrazione delle fibre attivando i meccanismi di difesa del sistema respiratorio, a livello di trachea, bronchi e polmoni.

 

La patogenicità dell'amianto è comunque legata alle seguenti caratteristiche:

* forma fibrosa,

* composizione chimica,

* biopersistenza (permanenza nel tessuto biologico).

 

Soltanto le fibre che si depositano nel polmone profondo inducono la reazione fibrotica polmonare.

Le fibre inalate cronicamente si accumulano nel tempo, accrescendo così il rischio di danni per l'organismo (soprattutto gli anfiboli).

La malattia correlata all'amianto si manifesta anche dopo molti anni dall'esposizione alle sue fibre (dai 10 ai 40 anni).

L'abitudine al fumo di sigaretta ha effetto sinergico per l'insorgenza tumorale polmonare.

 

In Italia, la Legge 27/03/1992, n. 257 "Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto", ha previsto il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e di produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto ed ha dettato norme per lo smaltimento e la bonifica.

 

 

Normativa di settore

Nazionale

* D.Lgs. 15 agosto 1991, n. 277. Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell'art. 7 della L. 30 luglio 1990, n. 212.

Pubblicato nella Gazz. Uff. 27 agosto 1991, n. 200, S.O.

* L. 27 marzo 1992, n. 257 . Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto.

Pubblicata nella Gazz. Uff. 13 aprile 1992, n. 87, S.O.

* DM 06.09.1994. Normative e metodologie tecniche di applicazione dell'art. 6, comma 3, e dell'art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto.

Pubblicato nella G.U. 20 settembre 1994, n. 220.

* D.M. 20/08/1999. Ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l'amianto, previsti dall'art. 5, comma 1, lettera f), della L. 27 marzo 1992, n. 257, recante norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto.

Pubblicato nella Gazz. Uff. 22 ottobre 1999, n. 249.

Ultima modifica: Gio, 23/06/2022 - 08:16