Il concetto di sviluppo sostenibile

Il concetto di sviluppo sostenibile ha alimentato numerosi dibattiti nel corso degli anni: di seguito vengono riportati i presupposti teorici ed i principali cenni storici utili alla comprensione del Processo di Agenda 21.

1972 Conferenza di Stoccolma: sviluppo compatibile con l'ambiente

È la prima volta che vengono adottati a livello internazionale alcuni principi che saranno alla base del concetto di sviluppo sostenibile:

"L'uomo è portatore di una solenne responsabilità per la protezione e il miglioramento dell'ambiente per le generazioni presenti e future"; 

"Le risorse naturali della Terra, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future attraverso una programmazione e una gestione appropriata e attenta"; 

"Deve essere mantenuta e, ove possibile, ricostituita e migliorata la capacità della Terra di produrre risorse vitali rinnovabili".

1987"Rapporto Bruntland" ("Our common future")

Viene definito lo sviluppo sostenibile: "uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni".

Si tratta di una definizione del tutto generale per un approccio unitario allo sviluppo e all'ambiente, in base alla considerazione che un ambiente degradato e depauperato nelle sue risorse non può garantire uno sviluppo durevole e socialmente accettabile. La protezione dell'ambiente non viene più considerata un vincolo allo sviluppo, bensì una condizione necessaria per uno sviluppo duraturo.

1989 Risoluzione 228 dell'ONU 

È la convocazione di una Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo (UNCED), per uno sviluppo sostenibile ed ambientalmente sano in tutti i paesi.

1992 Conferenza di Rio de Janeiro

Durante questa conferenza, a livello mondiale, vengono gettate le basi per dare l'avvio ai programmi di risanamento ambientale del nostro pianeta, vengono enunciati i principi su cui impostare le politiche nazionali ed internazionali e vengono posti in evidenza i problemi globali che devono coinvolgere responsabilità ed azioni di tutti gli stati. Da questa scaturiscono tre documenti principali:

dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo; 

dichiarazione autorevole di principi sulle foreste; 

l'Agenda XXI. 

1992 V° Programma d'azione 

Il V° Programma d'azione dell'Unione Europea a favore dell'ambiente, sottotitolato "per uno sviluppo durevole e sostenibile", ha introdotto importanti novità nella politica ambientale comunitaria: è la contestualizzazione in sede comunitaria dei principi introdotti dalla Conferenza di Rio e, in particolare, dall'Agenda XXI. 

1993 Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile 

In Italia viene emanato il "Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile, in attuazione dell'Agenda XXI" (provv. CIPE del 28/12/93): di fatto è un esame dello stato di attuazione delle politiche ambientali in atto, senza apportare sostanziali novità nella politica ambientale italiana. 

1994 Carta di Aalborg 

È il primo passo dell'attuazione dell'Agenda XXI locale, firmata da oltre 300 autorità locali durante la "Conferenza europea sulle città sostenibili": vengono definiti i principi base per uno sviluppo sostenibile delle città, che devono mantenersi in stretto contatto fra loro, e gli indirizzi per i piani d'azione locali. 

1996 Conferenza di Lisbona 

È un aggiornamento della carta di Aalborg in senso più applicativo, promuovendo strumenti operativi (indicatori, gestione ambientale, VIA, EMAS, ecc.) e socio-politici (partecipazione, consenso, cooperazione). 

1998 Conferenza di Siviglia

Ultima modifica: Lun, 14/12/2015 - 18:37