Iniziative di riferimento per lo sviluppo sostenibile

La Commissione per lo sviluppo sostenibile (CSD)

La Commissione sullo sviluppo sostenibile è stata istituita nel 1992 nell'ambito del Consiglio Economico e Sociale dell'ONU (ECOSOC) ed ogni anno partecipano ai lavori oltre 50 ministri e più di 1.000 organizzazioni non governative.

Essa ha il compito di registrare i progressi degli Stati nell'assolvere gli impegni dell'Agenda XXI, valutare l'adeguatezza dei finanziamenti e ricevere ed analizzare contributi di organismi non governativi, ivi compresi i settori della scienza e delle imprese private. Inoltre, promuove l'organizzazione, da parte di governi e organizzazioni internazionali, di seminari e conferenze sulle diverse problematiche ambientali e "trasversali". 

È la sede ufficiale internazionale di dibattito sullo sviluppo sostenibile in termini sia politici che operativi e costituisce il riferimento per capire cosa la comunità internazionale intenda per sostenibilità dello sviluppo.

Le sue direttive confluiscono nel Programma di lavoro tematico pluriennale, basato su nove categorie di questioni, cinque delle quali intersettoriali:

  • aspetti critici della sostenibilità;
  • risorse e meccanismi finanziari;
  • educazione, scienza, trasferimento di tecnologie e formazione;
  • strutture decisionali;
  • ruolo dei principali soggetti sociali;
  • salute, insediamenti umani e risorse idriche non marine;
  • territorio, desertificazione, foreste e biodiversità;
  • atmosfera, oceani e mari;
  • sostanze tossiche e rifiuti pericolosi.

Il suo esauriente documento intitolato "Programma per l'ulteriore implementazione dell'Agenda XXI" è stato adottato dalla Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tenutasi a New York nel giugno 1997, che ha adottato anche il suo programma di lavoro per il periodo 1998-2002.

Un fatto negativo della CSD è quello di avere scarsi poteri attuativi: l'efficacia decisionale è limitata alle raccomandazioni all'Assemblea Generale attraverso l'ECOSOC (Economic and Social Council); inoltre, sul piano finanziario non ha alcun potere di controllo sulla GEF (Global Environmental Facility), il fondo creato nel 1990 entro la Banca Mondiale, destinato al finanziamento di progetti per i problemi globali.

 

I Consigli nazionali per lo sviluppo sostenibile (NCSD) 

I Consigli nazionali per lo sviluppo sostenibile (National Councils for Sustainable Development/NCSD) sono stati stabiliti da oltre 50 Paesi come strumento per sovrintendere all'implementazione degli accordi sottoscritti nell'ambito della Conferenza di Rio de Janeiro. Si tratta di meccanismi partecipatori rappresentanti diversi gruppi di interesse, che forniscono un contesto potenzialmente efficace, partecipatorio e democratico per promuovere lo sviluppo sostenibile a livello nazionale.

Il problema è che i Consigli nazionali in alcuni casi vengono relegati a forum per ristretti problemi ambientali e si riscontra una certa carenza nella partecipazione di altri settori della società civile ed economica. Per risolvere questo problema e sviluppare il potenziale dei Consigli come un meccanismo unico per un'azione cooperativa tra stato, società civile e gruppi d'affari, l'Earth Council sta predisponendo una serie di interventi per:

  • stimolare la partecipazione di organizzazioni non governative e di quelle di abitanti, attraverso incontri, linee guida per i Consigli nazionali e fondi;
  • facilitare il costituirsi di un'efficace e informata partecipazione, attraverso la pubblicazione di un libro sulle opzioni politiche, di uno sulle best practices nel settore delle tecnologie e di un manuale per creare fondi per lo sviluppo sostenibile;
  • creare un'infrastruttura per la cooperazione regionale dei Consigli nazionali, attraverso una ricerca sulle problematiche regionali e collegando le attività delle principali organizzazioni non governative e degli enti locali.
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Ultima modifica: Lun, 14/12/2015 - 18:38